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giovedì 23 luglio 2015

Open space

Parliamo di questa esperienza...
In un open space, come dice la parola, ci si trova a condividere gli spazi lavorativi con persone che, tutto sommato, non ci siamo scelti; ma ci siamo trovati a frequentare perché facenti parte della stessa azienda, ossia colleghi.
Non entro nel discorso delle relazioni interpersonali, di amicizia, di ambizione, di collaborazione o altro; ma voglio semplicemente raccontare quanto, a mio avviso l'open space, possa essere deleterio.

Prima di tutto abbiamo la distrazione: grazie al fatto che i colleghi vicini parlino ad alta voce fra di loro o al telefono, veniamo distratti dalle nostre attività; quanto è facile ascoltare la conversazione del vicino, piuttosto che concentrarsi sul proprio lavoro.

Secondariamente abbiamo  la proliferazione delle malattie: non nascondiamo questo problema, che può diventare importante per un'azienda di piccole-medie dimensioni. E' facile passarsi il raffreddore se si è in uno spazio ristretto, a contatto diretto con gli altri e... per finire (come aggravante) ... anche senza finestre!

In terzo luogo abbiamo la limitazione dell'uso delle nostre capacità: certo, quanto è facile chiedere ai vicini un aiuto alla risoluzione del problema che in quel momento ci sta assillando. Non parlo della consapevole collaborazione o del lavoro in team, parlo della continua richiesta di aiuto e della continua esposizione ai problemi degli altri. L'uso continuato e prolungato di questa "specie di collaborazione", porta a non investire più su se stessi per la soluzione dei problemi, tanto basta che alzo la voce, chiedo a qualcuno intorno e... il gioco è fatto!

Ultimo, ma non meno importante, manca la privacy: perché devo far sapere ai colleghi che sto prenotando una visita medica piuttosto che una vacanza o altro? Effettivamente e per fortuna, abbiamo il telefono cellulare che ci fornisce un po' di isolamento, basta alzarsi dal proprio posto e spostarsi; ma quanto può far piacere all'azienda? Dipende. Valutate la vostra situazione.

Alla fine, devo ammettere che l'open space ha qualche parte negativa. Non dico di eliminarlo totalmente, ma ristrutturarlo per fare in modo che vi sia condivisione di spazi; ma contemporaneamente presenza di separatori fra le scrivanie che consentano soprattutto concentrazione e privacy.

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