Il manipolatore affettivo può non essere facile da identificare, poiché spesso distante dagli stereotipi. Spesso si tratta di individui affascinanti e abili nella seduzione: grazie a costanti attenzioni e belle parole riescono a rendere vulnerabile il partner.
Dietro a questi atteggiamenti si nasconde una persona con disturbi narcisistici della personalità, comportamenti passivo-aggressivi e una forte rigidità mentale.
Un po’ alla volta il quadro creato dal manipolatore inizia a scomparire: si rafforzano le critiche, svilimenti e assenze accolte dalla vittima con un sentimento di destabilizzazione, frutto di emozioni positive e negative contrastanti. Spesso si manifesta il senso di colpa. Infine, molte persone non desiderano altro che l’approvazione del loro carnefice.
Sono identificabili alcuni profili che hanno come comune denominatore un disinteresse sincero verso l’altro: il manipolatore è mosso solo al fine di essere adorato, desiderato e rassicurato. E nel far questo nutre costantemente le insicurezza della vittima.
il bugiardo patologico: tiene nascosti molti elementi di quella che è in sostanza una seconda vita: spesso è irraggiungibile al telefono, ritardatario e mal tollera critiche e osservazioni;
la finta vittima: pessimista e catastrofista, parla continuamente dei propri problemi (veri o presunti), si sente incompreso e solo, pretendendo l’attenzione del partner e sminuendo i problemi altrui;
l’altruista: manipola utilizzando la propria benevolenza, presentandosi come persona disponibile e generosa con continue offerte di regali e cene. Diventa però capriccioso e aggressivo in caso di rifiuto o quando viene contraddetto.